il Sole Nero

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domenica 22 maggio 2011

IL M.S.I. - Destra Nazionale Contro L'Aborto

Il Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale chiede la par condicio in tema di aborto.romepressoffice
22/05/2011 – 15:00
Gaetano Saya Fondatore del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale,chiede la par condicio tra uomo e donna in tema di aborto

Il Fondatore dell’ M.S.I. - Destra Nazionale esprime a nome del partito che rappresenta la sua personale opinione in tema di aborto:

Anticamente i dottori della chiesa nel coniare questa frase (In gremio Matris sedet Sapientia Patris.) dal profondo significato Teologico intendevano sottolineare la profondita’ e l’importanza della donna nel processo della procreazione.
E’ come se dio dicesse: attento, tu che guardi, tu vedi solo una madre con il suo bambino; ma non si tratta solo di una consueta, umile, naturale realtà umana; in essa ed oltre essa tu devi capire che si tratta di una realtà divina: della stessa “Sapienza di Dio”.
Oggi la femminilita’ e la maternita’sono snaturate dall’assenza sostanziale della figura paterna,questo lascia le donne in una solitudine terribile.
La nostra societa’ormai concepisce il problema dell’aborto come una questione solo femminile,il maschio in tutto questo viene escluso senza che gli venga riconosciuto alcun diritto.Il padre e il figlio sono attori involontari di questa tragedia,entrambi rimossi dalla zona decisionale che spetta solo alla madre
Oggi l’uomo non può incidere sulla scelta dell’aborto proprio perché si è affermata questa idea dell’autodeterminazione della donna, secondo cui questa deve avere l’assoluto controllo della gravidanza. Ma quando l’omicidio del feto è considerato, come accade oggi, un servizio dovuto e un esercizio di libertà, tutto è stravolto nelle sue fondamenta e anche la famiglia comincia a essere inesorabilmente concepita come una forma di schiavitù e di oppressione per la moglie che, desidera svincolarsi dal ruolo domestico per rivolgersi a quello pubblico, generalmente esercitato dall’uomo: la triste conseguenza è che la maternità viene intesa solo come gravidanza.
Alla donna viene negato dal sistema il diritto di essere informata sui rischi per la propria salute riproduttiva e psicologica. Il vero diritto da difendere è il diritto alla conoscenza delle patologie. La tragedia dell’aborto lascia nell’animo femminile tracce indelebili, ferite aperte nella memoria e nella sfera sentimentale, spesso addormentate, ma terribilmente irrisolte, che anche a distanza di anni irrompono prepotentemente nel presente attraverso patologie psicologiche di varia natura.
risultato che le donne che hanno avuto un aborto hanno quasi il doppio della probabilità di sviluppare malattie mentali e fino al triplo di diventare alcolizzate o tossicodipendenti.

”, Nella nostra esperienza abbiamo riscontrato in donne che avevano abortito
l’insorgere di tendenze suicide, consumo di droghe, depressione e ansia reattiva . . Non ci sono prove che una gravidanza indesiderata possa aumentare il rischio di depressione o altri problemi, mentre è certo che l’aborto abbia conseguenze devastanti. Gli studi in materia mostrano come le donne che si sono sottoposte a questa tragica pratica ricorrano a cure psichiatriche fino a quattro volte di più rispetto a donne che hanno concluso serenamente la gravidanza.

Sono vittime di psicosi depressive, reazioni di aggiustamento, disturbi neurologici e bipolari. sono
più portate alla tossicodipendenza e all’alcolismo. Le donne che hanno avuto un aborto spesso presentano incubi e ossessione, flashback, pensieri suicidi riferiti direttamente all’aborto, sfiducia in se stesse, sensi di colpa, timori per future gravidanze, sensazione di disagio vicino ai neonati, insensibilità emotiva, disfunzioni sessuali, disordini alimentari, aumento del consumo di tabacco, attacchi di panico e di ansia, relazioni conflittuali.

Parlare di aborto vuol dire allora affrontare anche l’angoscia che affligge la società d’oggi. Non è un fatto individuale, ma riguarda l’intera collettività. La gente non vuole soffermarsi sulla problematica per nascondere l’evidente disagio di un comportamento egoistico contro natura.
La dittatura consumistica ha comportato il dilagare della pornografia e l’aumento della prostituzione, delle violenze sessuali e degli stupri, derivati proprio dalla concezione che si ha della donna. A ciò si aggiunga l’annullamento della famiglia, la mancanza di validi punti di riferimento e la malattia del nostro tempo, la depressione, che colpisce soprattuttole donne . Fondare il rapporto uomo/donna solo sui diritti e sul potere significa non avere nessuna stima dell’identità femminile, il cui principale compito è quello di dare la vita: in questo orizzonte culturale in cui la libertà ha cambiato connotati, la vita non ha più senso. Il laicismo, il relativismo e il nichilismo hanno portato all’annullamento dei valori e dello spirito ed è da questa constatazione che bisogna ripartire: siamo vuoti a livello di spiritualità. La donna deve rivedere
le proprie credenze , tenendo presente che uomini e donne hanno destini molto diversi e che avere una diversa funzione non significa avere diversa dignità.

Uomini e donne non sono uguali: la natura ci è data, non la creiamo noi. Accettare questo è, perla donna , il primo passo per rispondere al bisogno di felicità che c’è nel suo cuore. Non occorre dunque ricercare un’uguaglianza innaturale con l’uomo, ma esaltare le differenze e la femminilità. Spetta alla donna rivalutare le proprie potenzialita’specifiche.. Per recuperare la dignità le donne debbono riprendere in mano la grande questione dell’amore, nulla è infatti così sacro come l’esperienza della maternità:
Ma a quanto pare la par condicio non esiste per questo tema e se dovessimo dirla tutta con l’aborto la donna uccide tre volte,uccide se stessa , uccide il figlio, e uccide il padre. Aiutiamo le donne a non uccidere anime innocenti negandogli il primo diritto quello di nascere .”