il Sole Nero

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giovedì 31 marzo 2011

SALVATORE DI CIERO…LE SUE MINACCE per nome e conto dei 622 imbecilli gladiatori ….che grazie al Signor Cossiga si sono eretti ad AGENTI SEGRETI!!!! erano delle semplici calamite….(gli addetti ai lavori sanno cosa vuol dire…) sempre il Di Ciero minaccia anche a nome della SETTIMA divisione del SISMI…..(disciolta…..) Pubblicato il 31 marzo 2011



SALVATORE DI CIERO…LE SUE MINACCE per nome e conto dei 622 imbecilli gladiatori ….che grazie al Signor Cossiga si sono eretti ad AGENTI SEGRETI!!!! erano delle semplici calamite….(gli addetti ai lavori sanno cosa vuol dire…) sempre il Di Ciero minaccia anche a nome della SETTIMA divisione del SISMI…..(disciolta…..)
Pubblicato il 31 marzo 2011

Tra: Te e Salvatore Di Ciero
Salvatore Di Ciero 31 marzo alle ore 18.40 Segnala
Sig. Saya, quando dovesse esserle di gradimento, magari, nelle sue possibilità, mandi ad un qualsiasi giornale una smentita a riguardo del fatto che organismi istituzionali, facenti capo allo Stato italiano(ivi compresi i servizi informazione e sicurezza), mai ed in nessun modo hanno avuto partecipazione o ruolo nella sua, personalissima iniziativa, denominata in sigla acronimo D.S.S.A. . Al tempo stesso, in alcun modo, è convolta ne ha ruolo, l’organizzazione Stay-Behind Italia, denominata Gladio e rappresentata nella difesa dell’immagine dall’associazione italiana volontari di stay-behind. In nessun modo alcuno di questi organismi, ha volontariamente e volutamente fatto capo alla sua persona(Gaetano Saya), a qualsiasi finalità specie se in contraddizione con le istituzioni repubblicane italiane.
Si scusi, inoltre, con l’A.I.V.S.B. per aver incautamente prodotto danno, all’immagine della disciolta organizzazione ed alle finalità ultime dell’associazione d’arma di rappresentanza, unica depositaria e responsabile della trattazione di qualsiasi oggetto di trattazione inerente l’organizzazione Gladio. Per altro facete capo, la suddetta organizzazione, oltre che ai servizi di sicurezza italiani, anche a sovrastrutture NATO, la sua persona(Gaetano Saya), smentisce categoricamente, alcun coinvolgimento del personale e delle strutture NATO nella sua, privata e personalissima iniziativa. Alcun significato, ha il coinvolgimento nella sua iniziativa di ex appartenenti all’organizzazione Gladio che nello specifico, non agiscono per conto della disciolta organizzazione, ne sono rappresentanti di parte, inquanto l’unico organo d’espressione pubblica della Stay-Behind, è rappresentato dalla relativa associazione d’arma, in sigla acronimo AIVSB, di cui lei(Gaetano Saya), non fa parte e della quale lei(Gaetano Saya), non è in condivisione d’obbietivo. Allo stesso modo, lei(Gaetano Saya), smentisce che nella sua iniziativa, privata e personale, abbia preso parte alcuno, riferibile alla settima e decima sezione, dell’ ex, sigla acronimo SISMI.

p.s.: sig Saya, non credo capisca e si renda conto della portata delle sua azioni ma le consiglio spassionatamente di fare una pubblicazine in cui lei esonera da ogni coinvolgimento…tutti questi soggetti….salvo che la sabbia..le piacia così tanto…
La informiamo inoltre che gli organismi deputati alla lotta al terrorismo con compiti operativi di polizia sono NOCS-polizia di Stato, GIS-arma dei Carabinieri, ATP-Guardia di Finanza. Ringraziandola per aver ritenuto inadeguate ed insufficienti, le suddette strumentalità istituzionali e che il comando della specialità dovesse essere al Lei assegnato e non a personale qualificato, Le auguriamo un sereno prosegue esistenziale, condizionato al fatto che Lei(Gaetano Saya) non sia di disturbo ad onesti cittadini, reisidenti in Italia..non ne ha l’autorità, altri ce l’hanno..a buon intenditor… A non risentirci.
Salvatore Di Ciero 31 marzo alle ore 18.44 Segnala
Io getto l’amo…e il pesce abbocca.
La saluto Saya.

martedì 29 marzo 2011

Francesco Carbone un Cittadino Italiano......(il coraggio di denunciare) i dettagli della vicenda.

C’è chi vuole essere processato e chi no

C’è chi vuole essere processato e chi no Quello di Francesco Carbone è un caso che, quasi sicuramente, non ha precedenti in Italia. Ho passato un intero pomeriggio ad ascoltare una storia che ha dell’incredibile, un oceano di fatti e misfatti testimoniati da una borsa (pesantissima) piena di documenti. Ho cercato di riassumere la paradossale vicenda di Francesco Carbone, riportando proprio le parole del protagonista.

“In un’Italia dove chiunque dica delle verità scomode nei confronti dei Poteri forti è ricattato, minacciato,censurato e denunciato, io sono forse l’unico che può permettersi il lusso di denunciare gravissimi reati contro lo Stato; reati commessi da criminali collusi con “pezzi dello Stato”, senza essere ricattato, minacciato, censurato o denunciato. E ciò, grazie al fatto che la vicenda ormai è di dominio pubblico su internet e che, le prove che ho contro chi ho denunciato, sono schiaccianti.

Sono forse l’unico, in Italia, che pur presentando una miriade di denunce penali, istanze in tutte le più alte autorità dello Stato (e, da più di un anno, diffondendo denunce video e dichiarazioni con nomi, cognomi e volti), non riesco ad ottenere alcuna convocazione dalla magistratura o dagli organi di controllo parlamentari, pur essendoci un’interrogazione parlamentare in corso.

E la cosa più assurda è che, pur di non portarmi davanti a un giudice, non riesco ad ottenere una denuncia per calunnia, per diffamazione o per false informazioni a un pubblico ufficiale, pur essendo chiarissimo che, in base all’art.112 della Costituzione, “il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale”, sia nei confronti dei denunciati e sia nei confronti di chi denuncia se viene denunciato il falso.

Tutto ciò potrebbe sembrare assurdo ma non lo è quando i denunciati fanno parte della “massomafia” che gestisce l’Italia , un’associazione criminale infiltrata in tutte le istituzioni sia politiche che giudiziarie. Ho denunciato un’associazione a delinquere di tipo mafioso all’interno di Poste Italiane, finalizzata all’evasione fiscale, sfruttamento di lavoratori in nero, estorsioni, appalti a “monopolio” a parenti di personaggi illustri dello Stato, gravissime carenze di igiene e sicurezza, minacce, vessazioni, ricatti e offerte per farmi stare zitto e il tutto, non solo con denuncia penale presso la procura di Verona ma con la mia collaborazione con la Guardia di Finanza di Verona alla quale ho dimostrato tutto ciò che ho denunciato.

A seguito delle mie denunce e delle mie lamentele sulle gravissime carenze di igiene e sicurezza all’interno di Poste Italiane di Verona e per essermi lamentato del fatto che noi operatori dell’appalto Postale dovevamo fare lavori che non ci competevano, sono stato allontanato da Poste Italiane e costretto a dare le dimissioni in quanto elemento indesiderato per aver preteso le più basilari norme sull’igiene e sicurezza e il rispetto del CCNL.

Il fatto ancora più assurdo non è ciò che ho denunciato all’interno di Poste Italiane ma ciò che ho denunciato successivamente, perché la mia denuncia e la mia collaborazione con la Guardia di Finanza sono state insabbiate in quanto non è emersa dagli atti giudiziari alcuna indagine.

I Procuratori Capo di Verona Papalia e Schinaia, pur avendo in mano tutte le prove fornite da me, allegate alla mia denuncia penale contro alti dirigenti di Poste Italiane, Dirigenti dell’Ispettorato del Lavoro, Dirigenti dello Spisal (Usl), ditte appaltanti e un dirigente della Cgil, non hanno fatto alcuna indagine e dopo

17 mesi e 8 giorni hanno archiviato con metodi mafiosi la mia denuncia senza neanche avvisarmi, come la legge prevede in base all’art.408 CPP, inserendola volontariamente a Mod.45 (fatti non costituenti reato). Tutto questo per distogliere dall’azione penale gli alti funzionari che avevo denunciato per gravi reati penali.

A questo punto ho presentato altre 9 denunce penali, istanze a tutti gli alti organi competenti dello Stato tra i quali tre Ministri e attività ispettive dei ministeri, il Parlamento, il Csm, il Quirinale.

Nessuno si muove pur essendoci gravissimi reati contro lo Stato.

L’unico che vuole la verità su ciò che ho denunciato è il Senatore Elio Lannutti, il quale, il 24 novembre 2010, presenta un’interrogazione parlamentare a risposta scritta, nella quale chiede al Governo di verificare tutto ciò che ho denunciato, sia con denunce penali e sia pubblicamente nel web.

Ancora nessuna convocazione, nessuna indagine, nessun processo. Neanche come denunciato.

Per lo Stato Italiano è comodo far sì che Francesco Carbone sia un fantasma così da non far emergere tutto ciò che è stato denunciato.

Se devo fare un appello, mi appello al Popolo Italiano, il quale deve pretendere con me che io abbia un processo.

Se sono un mitomane voglio pagare ed essere condannato ma se ciò che denuncio corrisponde a verità devono pagare tutti coloro che ho denunciato, anche se fanno parte della categoria degli “intoccabili” (ministri, procuratori, funzionari di Stato, Pubblici ufficiali, elementi deviati delle Forze dell’Ordine)”.

Sulla pagina Facebook Francesco Carbone (il coraggio di denunciare) i dettagli della vicenda.

Com’è strana l’Italia.

C’è chi vuol essere e processato e chi fa di tutto per non esserlo.

Ventimiglia invasa dai clandestini respinti da Sarkozy alla frontiera Da febbraio Parigi deporta oltre cento irregolari al giorno in Italia. La cittadina ligure, al confine con la Francia, è vicina al collasso.

Ventimiglia invasa dai clandestini respinti da Sarkozy alla frontiera
Da febbraio Parigi deporta oltre cento irregolari al giorno in Italia. La cittadina ligure, al confine con la Francia, è vicina al collasso. Magrebini senza documenti caricati su treni diretti nel nostro Paese o portati alla frontiera


In prima fila quando c’è da andare nei club privè, oppure mostrare i muscoli a Gheddafi e bombardare la Libia. Nascosta dietro l’angolo quando i profughi arrivano dalle nostre parti e addirittura pronta a cacciarli in malo modo, sperando che se ne faccia carico solo l’Italia. È la fotografia della Francia in questi giorni. E Ventimiglia, terra di frontiera fra i due Paesi, è il perfetto fermo immagine di questa surreale situazione.
Basta passeggiare per le vie del centro di Ventimiglia, a meno di dieci chilometri dal confine con la Francia, per capire i riflessi che sta provocando la situazione del nord Africa. La cittadina è ormai da circa un mese assediata da immigrati diretti nel nord Europa, ma riportati in Italia dalle autorità francesi. «Loro fanno le guerre per il petrolio e noi dobbiamo pagare le conseguenze - spiega un edicolante vicino alla stazione, mentre osserva il via vai di nordafricani -. Ormai sono giorni e giorni che viviamo assediati da migliaia di magrebini che vivono per terra in attesa di chissà che cosa».
Una Francia che quindi fa da imbuto e che riporta in Italia tutti i clandestini che trova sul suo territorio, approfittando magari di questa situazione per fare un po’ di pulizia interna: alcuni dei riammessi provenivano infatti da Parigi. È capitato che alcuni extracomunitari siano stati condotti entro i nostri confini solo perché trovati con uno scontrino fiscale italiano in tasca. I primi sono arrivati il 15 febbraio e, fino a oggi, la polizia ne ha identificato 3300 con una media di circa un centinaio al giorno, anche se nelle ultime 24 ore se ne sono contati duecento. A questi bisogna poi aggiungere tutte le riammissioni effettuate nel nostro Paese dalle autorità francesi, ufficiali e no. Sembra infatti che spesso gli immigrati fermati in Francia vengano «informalmente» fatti salire su treni diretti in Italia o addirittura portati fisicamente e lasciati a pochi metri dal confine. Persone che vengono identificate e poi espulse, ma che in realtà, vista la saturazione dei vari centri d’accoglienza italiani, divengono potenziale manovalanza a basso costo per la criminalità.
A Ventimiglia la situazione più difficile si sta vivendo alla stazione, divenuta ormai un dormitorio, con condizioni igieniche al limite, tanto che il sindaco Gaetano Scullino ha dovuto allestire i locali inutilizzati dell’ex dogana per evitare che la città si trasformi in un bivacco a cielo aperto. «Anche se siamo molto impegnati con le attività legate alla riammissione - spiega il dirigente della polizia di frontiera Pierpaolo Fanzone - in questo momento non tralasciamo i controlli anche in entrata nel territorio nazionale e le attività investigative, legate alla commissione di reati specifici come quello dei passeur, che portano le persone da un lato all’altro. Solo in questi ultimi 10 giorni, infatti, ne abbiamo arrestati otto con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Passeur, anche loro di nazionalità tunisina, che chiedono fino a 150 euro a viaggio per un passaggio oltre confine. «Sono cinque giorni che vivo qui a Ventimiglia per strada - dice Hamed - io voglio solo raggiungere la Francia dove ho alcuni amici che mi possono ospitare. Siamo bloccati qui, senza sapere cosa mangiare e dove andare a dormire». «Credevo che qui ci fosse lavoro, ma invece non è così - prosegue Jamel -, sono andato in Francia ma mi hanno riportato in Italia e adesso non so cosa fare». Il sistema rischia di andare in tilt, con la polizia di frontiera che, nonostante abbia già ricevuto rinforzi, conta solo 80 uomini. «Anche se c’è stata una tendenza generale a sminuire il problema, questo sta diventando un’emergenza dalle prospettive incerte, ingestibili e lasciate al caso» racconta Nicola Colangelo, segretario provinciale del sindacato «Nfa Autonomi di Polizia», che chiede un aumento di organico per fronteggiare la situazione. «Abbiamo anche proposto l’utilizzo di militari dell’esercito, come a Lampedusa, in ausilio alle forze di Polizia con esclusivi compiti di vigilanza». I sindacati ora sono preoccupati anche per i possibili problemi sanitari per gli agenti, a rischio di contagio di tubercolosi e scabbia come già avvenuto in alcune carceri italiane e nei centri di accoglienza. E si ribella anche Sanremo: «Sia chiaro che noi libici e tunisini non li vogliamo - mette le mani avanti il sindaco Maurizio Zoccarato -. Se li tengano altrove, qui da noi non c’è spazio. Io devo pensare ai miei cittadini e al turismo di cui vive questa città». Il timore è che questo sia solo l’inizio.

Ventimiglia invasa dai clandestini respinti da Sarkozy alla frontiera Da febbraio Parigi deporta oltre cento irregolari al giorno in Italia. La cittadina ligure, al confine con la Francia, è vicina al collasso.

Ventimiglia invasa dai clandestini respinti da Sarkozy alla frontiera
Da febbraio Parigi deporta oltre cento irregolari al giorno in Italia. La cittadina ligure, al confine con la Francia, è vicina al collasso. Magrebini senza documenti caricati su treni diretti nel nostro Paese o portati alla frontiera


In prima fila quando c’è da andare nei club privè, oppure mostrare i muscoli a Gheddafi e bombardare la Libia. Nascosta dietro l’angolo quando i profughi arrivano dalle nostre parti e addirittura pronta a cacciarli in malo modo, sperando che se ne faccia carico solo l’Italia. È la fotografia della Francia in questi giorni. E Ventimiglia, terra di frontiera fra i due Paesi, è il perfetto fermo immagine di questa surreale situazione.
Basta passeggiare per le vie del centro di Ventimiglia, a meno di dieci chilometri dal confine con la Francia, per capire i riflessi che sta provocando la situazione del nord Africa. La cittadina è ormai da circa un mese assediata da immigrati diretti nel nord Europa, ma riportati in Italia dalle autorità francesi. «Loro fanno le guerre per il petrolio e noi dobbiamo pagare le conseguenze - spiega un edicolante vicino alla stazione, mentre osserva il via vai di nordafricani -. Ormai sono giorni e giorni che viviamo assediati da migliaia di magrebini che vivono per terra in attesa di chissà che cosa».
Una Francia che quindi fa da imbuto e che riporta in Italia tutti i clandestini che trova sul suo territorio, approfittando magari di questa situazione per fare un po’ di pulizia interna: alcuni dei riammessi provenivano infatti da Parigi. È capitato che alcuni extracomunitari siano stati condotti entro i nostri confini solo perché trovati con uno scontrino fiscale italiano in tasca. I primi sono arrivati il 15 febbraio e, fino a oggi, la polizia ne ha identificato 3300 con una media di circa un centinaio al giorno, anche se nelle ultime 24 ore se ne sono contati duecento. A questi bisogna poi aggiungere tutte le riammissioni effettuate nel nostro Paese dalle autorità francesi, ufficiali e no. Sembra infatti che spesso gli immigrati fermati in Francia vengano «informalmente» fatti salire su treni diretti in Italia o addirittura portati fisicamente e lasciati a pochi metri dal confine. Persone che vengono identificate e poi espulse, ma che in realtà, vista la saturazione dei vari centri d’accoglienza italiani, divengono potenziale manovalanza a basso costo per la criminalità.
A Ventimiglia la situazione più difficile si sta vivendo alla stazione, divenuta ormai un dormitorio, con condizioni igieniche al limite, tanto che il sindaco Gaetano Scullino ha dovuto allestire i locali inutilizzati dell’ex dogana per evitare che la città si trasformi in un bivacco a cielo aperto. «Anche se siamo molto impegnati con le attività legate alla riammissione - spiega il dirigente della polizia di frontiera Pierpaolo Fanzone - in questo momento non tralasciamo i controlli anche in entrata nel territorio nazionale e le attività investigative, legate alla commissione di reati specifici come quello dei passeur, che portano le persone da un lato all’altro. Solo in questi ultimi 10 giorni, infatti, ne abbiamo arrestati otto con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Passeur, anche loro di nazionalità tunisina, che chiedono fino a 150 euro a viaggio per un passaggio oltre confine. «Sono cinque giorni che vivo qui a Ventimiglia per strada - dice Hamed - io voglio solo raggiungere la Francia dove ho alcuni amici che mi possono ospitare. Siamo bloccati qui, senza sapere cosa mangiare e dove andare a dormire». «Credevo che qui ci fosse lavoro, ma invece non è così - prosegue Jamel -, sono andato in Francia ma mi hanno riportato in Italia e adesso non so cosa fare». Il sistema rischia di andare in tilt, con la polizia di frontiera che, nonostante abbia già ricevuto rinforzi, conta solo 80 uomini. «Anche se c’è stata una tendenza generale a sminuire il problema, questo sta diventando un’emergenza dalle prospettive incerte, ingestibili e lasciate al caso» racconta Nicola Colangelo, segretario provinciale del sindacato «Nfa Autonomi di Polizia», che chiede un aumento di organico per fronteggiare la situazione. «Abbiamo anche proposto l’utilizzo di militari dell’esercito, come a Lampedusa, in ausilio alle forze di Polizia con esclusivi compiti di vigilanza». I sindacati ora sono preoccupati anche per i possibili problemi sanitari per gli agenti, a rischio di contagio di tubercolosi e scabbia come già avvenuto in alcune carceri italiane e nei centri di accoglienza. E si ribella anche Sanremo: «Sia chiaro che noi libici e tunisini non li vogliamo - mette le mani avanti il sindaco Maurizio Zoccarato -. Se li tengano altrove, qui da noi non c’è spazio. Io devo pensare ai miei cittadini e al turismo di cui vive questa città». Il timore è che questo sia solo l’inizio.

lunedì 28 marzo 2011

Entrevista Augusto Pinochet CNN



LA CURA PER L'ITALIA.......

L’Italia ha bisogno di TRENTA MILIONI DI IMMIGRATI….. Pubblicato il 29 marzo 2011

L’Italia ha bisogno di TRENTA MILIONI DI IMMIGRATI…..
Si, avete capito bene , Massimo D'Alema ha dichiarato :l'Italia per crescere nei prossimi anni, ha bisogno di TRENTA MILIONI DI IMMIGRATI.............

GAETANO SAYA – DSSA TUTTI ASSOLTI UFFICIO GUP TRIBUNALE DI MILANO NON LUOGO A PROCEDERE IL FATTO NON SUSSISTE

Pubblicato il 29 marzo 2011

L’Ufficio del G.U.P. del Tribunale di Milano ha sentenziato il :NON luogo a procedere, perchè il fatto non sussiste per il procedimento conto il DSSA Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo della Repubblica Italiana , un Servizio lecito sentenzia oggi il GUP. non ci fu usurpazioni di funzioni pubbliche.

Una coppia aggredita e derubata A Lampedusa,dai NON ITALIANI, che continuano ad invaderci

Lampedusa - Nelle ultime ore sono arrivati a Lampedusa circa 2mila immigrati: oltre 3.700 nelle ultime 72 ore. L'isola siciliana è ormai al collasso e non mancano le prime conseguenze di questa emergenza. Un gruppo di clandestini ha, infatti, fatto irruzione in una casa e, dopo aver aggredito i coniugi, li ha derubati.

Una coppia aggredita e derubata A Lampedusa,dai NON ITALIANI, che continuano ad invaderci,infatti continua la situazione di grave emergenza per l’arrivo di migliaia di immigrati dal nord Africa, quasi tutti tunisini. Una coppia di coniugi è stata aggredita e derubata nella propria abitazione da un gruppo di immigrati che ha fatto irruzione nell’appartamento ieri sera. Luigi Salina, 58 anni, è stato colpito con un pugno alla zigomo da uno dei cinque o sei extracomunitari che stavano rubando diversi oggetti in casa, da dove sono stati asportati preziosi e orologi.

venerdì 25 marzo 2011

Il BDSM, lo slave Sarkozy. la bottom Carlà, il Master (sadico) Bernard – Henry Levy ecco i veri retroscena dell’attacco Francese alla Libia

Pubblicato il 25 marzo 2011





Ottobre 2010,hanno inizio le manovre in Libia del Presidente francese Nicolas Sarkozy praticante della dsiciplina BDSM, slave conclamato del sadomasochista Bernard -Henry Levy. presentatogli da Carlà , da sempre succube di tale maniaco personaggio!!!!!

E’ una storia di 007, sadomaso, ricatti ,soldi ed altro…molto altro….

che porta alle bombe su Tripoli sganciate dagli aerei di Parigi su Muammar Gheddafi e il suo tesoro che galleggia sul petrolio.

I fedelissimi del Rais incontrano i servizi segreti francesi e si accordano segretamente.

Così incominciano i preparativi del complotto tra il deserto e gli uomini dei servizi d’oltralpe per creare caos, per organizzare i ribelli e portarli a reagire contro il Colonnello, di riflesso contro L’Italia partner privilegiato molto invidiato da Nicolas….

Tutto parte , secondo le info avute in via CONFIDENTIAL ,da un uomo molto vicino al Colonnello, che si sarebbe consegnato agli 007 francesi per pianificare l’imboscata per far partire la macchina da guerra a Bengasi.

L’uomo si chiama MESMARI Nouri che il 20 ottobre 2010 arriva a Tunisi su un aereo della Lybian Airlines .

Lì, con elementi avuti in consegna dagli 007 francesi avrebbe preaparato la ribellione della Cirenaica, mentre tuinisino contro Ben Ali era già in agitazione.

Il giorno dopo vola a Parigi stranamente con tutta la famiglia per delle presunte cure mediche che di fatto non ci saranno. Su questi episodi ci sono delle Info della DGSE (SERVIZI SEGRETI FRANCESI) .

dopo circa venti giorni agenti di Sarkozy lo incontrano presso L’Hotel Concorde Lafayette per una riunione segretissima.

Poi arriva improvvisamente una delegazione commerciale francese che parte alla volta di Bengasi: è li che gli 007 francesi della DGSE incontrano un Colonnello dell’aeronautica libica indicato da MESMARI , Abdallah Gehani.

Il 28 novembre 2010, quando tutte le cospirazioni segrete sembrerebbero in fase di conclusioneil Colonnello Gheddafi intercetta il tutto tramite la sua Sicurezza Presidenziale , e firma un ordine di cattura per il traditore MESMARI.

L’ordine tramite l’interpol arriva anche al DGSE francese che di fatto sono tenuti ad eseguirlo, infatto lo eseguono.

Il 2 dicembre 2010 , viene diramata una notizia : l’arresto di uno dei più stretti collaboratori di Gheddafi. Mesmari sarebbe ancora in stato di arresto in francia, ma il DGSE non lo consegna alla Libia, anzi accetano la sua richiesta di asilo politico.

A qul punto il Colonnello Intuisce la trappola e si infuria. prova a frae “”rientrare “” il traditore MESMARI ,infatti manda in MISSIONE in francia Abdallah Mansour capo della Tv libica (in realtà agente segreto del Colonnello) ma viene fermato dalle autorità francesi all’aereoporto di Parigi…..

Il 23 dicembre arrivano in francia Farj Charrant, Fathi Boukktris, e All Ounes Mansouri, i tre che poi saranno i promotori della rivolta di Bengasi guidando il popolo contro il Colonnello.

parteciapno ad un pranzo con MESMARI il traditore che rivela loro i segreti più scottanti del Colonnello.

A gennaio viene arrestato dal Servizio Libico SAAITI per avere creato una rete di social network in Cirenaica che inneggiava ai rivoltosi contro Ben ali.

Il resto è già successo :

le rivolte di bengasi, e le bombe su gheddafi sganciate proditoriamente su ordine di Sarkozy, con la francia in prima linea.

Quindi all’origine della rivolta di Bengasi abbiamo un complotto .

sin qui i fatti, ma il mistero ora si infittisce, ad oggi non è ancora chiaro chi siano i rivoltosi (si accenna ad elementi nord africani in forza alla LEGION ETRANGER!!!) , chi siano cioè quelle persone che subito dopo l’eplosione delle proteste a Bengasi, hanno tirato fuori le armi e preso possesso della città.

Tutto il mondo si interrogasul’identità di queste persone, su chi e come so o stati armati, una risposta univoca non era ancora stata data, NOI oggi la diamo sono FRANCESI……..

La ricostruzione ufficiosa vuole che Sarkozy sia stato convinto SOTTO RICATTO ,per via delle sue abitudini sadomaso….a scendere in campo a fianco dei ribelli dal filosofo SADOMASO!! bernard – Henry Levy, pesantemente collegato agli industriali degli armamenti francesi.

Che i francesi da subito abbiano preso le parti della protesat e abbiano dato vita ad un attivismo sospetto è un dato di fatto sul quale e difficile glissare . Ad oggi non si sapeva perchè, da oggi si.

mercoledì 23 marzo 2011

DSSA TUTTI ASSOLTI – Comunicato stampa. Milano: un Servizio di Intelligence straniero (FRANCESE) Ideo’ l’operazione contro il DSSA diretto da Gaetano Saya.



Pubblicato il 23 marzo 2011


Lo sostiene, l’attuale Direttore Generale del Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo( Gaetano Saya) che in una nota afferma:

Ringraziamo, la magistratura Milanese,in particolare il
G.U.P.Dr.GHINETTI Andrea, per aver restituito la dignità al nostro
Ente e a tutti i suoi appartenenti( che per anni hanno subito accuse
ingiuste e gravi calunnie solo per aver fatto parte di un centro studi
di approfondimento sul fenomeno del terrorismo islamico),sento
l’esigenza per dovere di cronaca di accusare un ben preciso Servizio
di Intelligence straniero di aver pilotato le calunnie rivolte alla
DSSA.
I recenti accadimenti in Libia ,e le pretese di leadership sulle operazioni
di guerra contro Gheddafi di questo paese Estero “”LA FRANCIA”"
confermano il Totale disprezzo della nostra politica estera da parte
di uno Stato che si dice nostro alleato.Gli accreditamenti del tutto
leciti che avevamo creato con la rete dell’ intelligence mondiale ( al
solo fine di analisi),mal erano stati mal digeriti da questo paese
della comunita’ europea.

Due sono state le condizioni che ci hanno
messo nel mirino dei Servizi Segreti Francesi,la prima condizione
era legata alla cattura del latitante Cesare Battisti che stavamo per
prelevare in Corsica e consegnare alle autorita’ Italiane, la seconda
condizione che avevamo identificato in questo paese la regia occulta
del caso abu Omar,regia che aveva la finalita’ di smantellare la
credibilita’ dell’intelligence Italiano nei confronti della Cia (
central intelligence Agency)
In realtà si voleva punire l’Italia per aver supportato la guerra
in Iraq,cosa non gradita (all’epoca) ne alla Russia ne alla Francia.
Il Gip Andrea Ghinetti ha dichiarato il non luogo a procedere
“perché il fatto non sussiste” nell’inchiesta sul DSSA-Dipartimento
studi strategici antiterrorismo, la cosiddetta Polizia parallela che
aveva tra i suoi affiliati anche diversi appartenenti alle forze di
polizia. Tutti prosciolti quindi i 21 imputati per associazione per
l’art .416 associazione a delinquere finalizzata a usurpazione in
materia di prevenzione e repressione dei reati e dei Servizi di
Sicurezza, Usurpazioni di Funzioni Pubbliche.

Resta uno stralcio per alcuni (solo Agenti e/o Ufficiali di
polizia Giudiziaria)che a vario titolo,restano per il momento accusati
(gli stessi ribadiscono la loro estarneità ,comunque la liceità di
quanto fatto all’epoca.) di rivelazioni di segreti di ufficio e
illecito uso di dati riservati (SDI) , in violazione dell’art 12 legge 121
del 1981.(reato che se commesso! oggi caduto in prescrizione)

martedì 22 marzo 2011

DSSA POLIZIA PARALLELA - SENTENZA DI NON LUOGO A PROCEDERE IL FATTO NON SUSSISTE UFFICIO G.U.P. TRIBUNALE DI MILANO 21 marzo 2011

D.S.S.A. - Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo - POLIZIA SEGRETA

D.S.S.A. POLIZIA SEGRETA - NON LUOGO A PROCEDERE - TUTTI ASSOLTI
22 marzo 2011 - D.S.S.A - Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo. Tribunale di Milano il G.U.P. decide: NON LUOGO A PROCEDERE - TUTTI ASSOLTI Gaetano Saya DA OGGI SONO IL LEGITTIMO DIRETTORE GENERALE - Comandante Generale del Dipartimento Studi Stratregici Antiterrorismo